Il caminetto crepitava allegro. I bagliori rossastri lottavano col buio circostante.
I
vestiti piegati con accuratezza su una sedia non segnavano più il confine tra i
corpi di Leila e Luis. L’una era accovacciata sull’altro. I respiri di nuovo
regolari dopo che poco prima i movimenti studiati negli anni avevano regalato i
sospirati attimi di ebbrezza.
“Da
quanto tempo ci conosciamo?” sussurrava lei.
“Trent’anni
almeno.” le rispose sottovoce.
“Mi hai mai tradita?”
“Cosa?”
rispose girandosi a intuirne l’espressione tra i lampi del fuoco.
“Mi
hai mai tradita?” replicò lei con lo stesso tono freddo guardando il soffitto.
“No.
Naturalmente no! Che domanda è? Perché?”
Forse
un sorriso poteva accompagnare meglio la sua perplessità, pensava. O doveva
inarcarsi e sollevarsi su un gomito per dare peso specifico alla sorpresa. Ma non
voleva che Leila si spostasse. Gli piaceva quando giaceva su di lui.
Corrugò
la fronte tirando su un lembo di lenzuolo. “Ti ho dato motivo di pensarlo?”
continuò mentre una manciata di interrogativi si affacciavano alla sua mente.
“No,
mai.”, sbuffò quasi infastidita la moglie.
“Quindi?”
incalzò lui mentre il colore e il calore del fuoco non attutivano l’insinuarsi
dell’ansia, ancora leggera.
Leila
emise un profondo sospiro, diverso dai precedenti solo nel ritmo. Non voleva
ritrovarsi in un dibattito sul senso del matrimonio o cose del genere.
Diventavano battaglie dove una virgola poteva cambiarne le sorti. Lei però non
gioiva né delle vittorie né delle sconfitte. Erano solo dolore da mettere nel
palmares.
“E
quindi volevo capire se ero solo io”, continuò lei.
“Spiegati
meglio. A fare cosa? Che intendi?” Il suo braccio le cingeva ancora le spalle.
“A
tradire la tua fiducia. A cercare altre storie.” Il cuore della donna
scricchiolava. Si chiedeva se lui avrebbe potuto sopportare ciò che per lei era
inammissibile. Glielo ripeteva dal primo giorno di fidanzamento. Lei non
avrebbe accettato tradimenti. Lei non li avrebbe sopportati. Non aveva
specificato a quali si riferisse. Ora Luis aveva l’occasione per capirlo.
“Cercare,
ok. Certo dopo tanti anni…” pensava ad alta voce l’uomo “E’ diverso dal
trovare, però.”
Leila
temeva la razionalità del marito, la sua empatia a tutti i costi. Lui non aveva
mai alzato una piuma contro di lei. Lei si sentiva idolatrata, invidiata dalle
sue amiche. E perciò ancora più sporca, blasfema.
“Sono
trent’anni che trovo, Luis.” Lapidaria come la leggerezza ritrovata grazie alle
parole rese magiche dalla verità.
Che
succedesse ciò che era giusto. Che la mandasse via di casa sbattendo la porta,
lanciandole i vestiti giù dal sesto piano, urlando a tutto il vicinato la donna
che era. Lei avrebbe finalmente espiato le sue bugie, la falsità, il dolore che
gli procurava. Così pensava Leila.
Anche
Luis in quell’istante pensava al dolore. A quello che lui avrebbe provato lasciandola,
irretito dalla gelosia. Quella gelosia che nessuno gli avrebbe rinfacciata
vista la situazione. Lei lo tradiva dal giorno del matrimonio o quasi.
“E’
bello che in questi anni si sia creata tanta fiducia reciproca.” le disse.
“Mi
prendi in giro?”
Affatto.
Gli anni del matrimonio erano stati. Belli e brutti. Ma erano. Vita condivisa. Così
li aveva vissuti. E nulla, nemmeno la rivelazione drammatica, poteva cambiare
il passato. E non voleva affidarle il futuro. Luis non si riusciva a immaginare
senza Leila. Era incredibile voler rompere l’equilibrio.
“Sto
dicendo che ci conosciamo talmente, che hai deciso di dirmi qualcosa di così
intimo e difficile. Ti amo anche per questo.”
Si
alzò come aveva fatto centinaia di volte, prese i vestiti dalla sedia e porse
quelli di Leila. La guardò, stavolta più a lungo.
Leila
aveva detto tutto. Aveva azzerato il punteggio. Luis sembrava che già avesse riposto
quel tutto tanto tempo fa in qualche cassetto del suo io.
Quella
sera uscirono insieme per una lunga passeggiata dove parlarono tanto come da
ragazzi. E si ritrovarono a pensare a un nuovo inizio, a un’altra prima volta.
Almeno per quella sera.
Scritto da Gianni il 15 Gennaio 2023
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