Fermati! Dico a te che hai buttato un occhio su queste righe. Devo farti una domanda.
Vedi, ho un vecchio
amico, si chiama Maurizio. Lo conosco dalle scuole elementari. Un tipetto
esplosivo già all’epoca. Siamo cresciuti insieme.
Poco tempo fa lo incontro
casualmente e mi dice a bruciapelo: “Sto con una ragazza.” E poi tace. Come un
fulmine, un boato e via.
Aspetta, non pensare subito “E allora?”. Lasciami spiegare chi è Maurizio prima di chiudere se non ti interessa.
E’ sui sessanta, la
sua giovanile esuberanza si è di molto aggraziata, brizzolata anch’essa, direi.
Vedovo da un paio d’anni.
“Pensi che cercherà
un’altra donna con cui passare la terza vita?” mi chiese mia moglie pochi
giorni dopo il lutto.
“Non credo” le ho
risposto. E così pensavo davvero, almeno fino all’incontro.
Devo aver avuta una
espressione improvvisamente alterata, quantomeno sorpresa. “Chiudi la bocca, mi
bastano i tuoi occhi per il tuo stupore” mi dice dopo qualche secondo di
silenzio.
La richiudo,
fortunatamente prima della bavetta.
E’ a quel punto che da
dietro le sue spalle si sposta rendendosi visibile una donna giovane. Molto.
Sui venticinque anni. Io provo a rimanere a bocca chiusa.
Ma qualcosa dovevo pur
dire. “Salve, sono un amico di Maurizio, un vecchio amico.” L’aggettivo però
stona, sembra un ammiccamento alla loro differenza di età.
“Dai tempi delle
scuole” aggiungo impacciato.
“Lo sa, sa tutto di
te” mi interrompe Maurizio.
“Sono così famoso?”
provo la carta simpatia.
“Anche se Maurizio non
lo fa, mi presento” sento la sua voce per la prima volta e mi sembra familiare.
“Claudia, piacere” mi allunga un braccio giovane, in cima una mano senza pieghe,
coerente al braccio, al viso e alle gambe visibili dal ginocchio in giù:
Claudia era tutta giovane.
Siamo stati a parlare
una decina di minuti. Mi sembravano affiatatissimi.
Ora viene il bello.
Ieri, passeggiando per Via del Corso a Roma, vedo a poche decine di metri, non
veduto, Claudia abbracciata a un ragazzo. Sicuramente non a Maurizio per quanti
trapianti di capelli, lifting e altre diavolerie avesse potuto fare nel
frattempo.
Ecco la domanda che ti
faccio “Lo dico o no al mio amico?”
Che dici? “Amicizia è
onestà?” Bella.
“Sei amico suo, non
della ragazza” Hai ragione. E’ proprio questo che mi trattiene. Non vorrei
ferirlo, ma se non gli parlo non mi sentirei più amico. Un bel ginepraio.
“Fai finta di niente.”
Dici? Quasi quasi…
“Quindi? Che mi
consigli di fare?”
Ecco, come accade solo
nella vita reale, l’inverosimile. Giro la mia faccia e trovo a pochi centimetri
quella di Maurizio, non un Maurizio qualsiasi: quello lì.
Una pacca sulle
spalle, una battuta. “Ti offro un caffè” entriamo al bar. Lo guardo.
“L’hai vista” mi dice.
Non posso traccheggiare. “Si”
E comincia a piangere.
Il grande Maurizio, quello sempre primo in tutto, sa anche piangere. E’ primo
anche in questo, accidenti. Mi viene voglia di seguirlo, magari dopo.
“Dovevo dirtelo,
Claudia abita con me da mesi” mi dice.
“Mi sembra una bella
notizia. Perché piangi?” lo porto allo scoperto.
“Perché non ti ho
detto tutto” continua Maurizio asciugandosi gli occhi con una salvietta.
“Abbiamo trentacinque anni di differenza”
“Non si notano” Si, l’ho
detta. E’ uscita come una stecca quando canti.
“Grazie, sei un amico”
mi risponde, ed è una ferita “ma non è la mia ragazza.”
Mi guarda fisso negli
occhi “E’ mia figlia!” il tempo sospende il suo scandire. Si fermano i secondi.
Il mondo rimane indietro.
“Maria non l’ha mai
saputo.”
“Tua figlia?” ripeto.
“L’unica che ho”
annuisce muovendo il capo.
Traccia:
Maurizio mi parla della sua nuova fidanzata con molto entusiasmo. Un giorno mi
capita di vederla a Via del Corso mano nella mano con un ragazzo. Maurizio è il
mio migliore amico. Come mi comporterò? Glielo dirò o mi farò i fatti miei?
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