09/10/24

MAURIZIO

Fermati! Dico a te che hai buttato un occhio su queste righe. Devo farti una domanda.

Vedi, ho un vecchio amico, si chiama Maurizio. Lo conosco dalle scuole elementari. Un tipetto esplosivo già all’epoca. Siamo cresciuti insieme.

Poco tempo fa lo incontro casualmente e mi dice a bruciapelo: “Sto con una ragazza.” E poi tace. Come un fulmine, un boato e via.

Aspetta, non pensare subito “E allora?”. Lasciami spiegare chi è Maurizio prima di chiudere se non ti interessa.

E’ sui sessanta, la sua giovanile esuberanza si è di molto aggraziata, brizzolata anch’essa, direi. Vedovo da un paio d’anni.

“Pensi che cercherà un’altra donna con cui passare la terza vita?” mi chiese mia moglie pochi giorni dopo il lutto.

“Non credo” le ho risposto. E così pensavo davvero, almeno fino all’incontro.

Devo aver avuta una espressione improvvisamente alterata, quantomeno sorpresa. “Chiudi la bocca, mi bastano i tuoi occhi per il tuo stupore” mi dice dopo qualche secondo di silenzio.

La richiudo, fortunatamente prima della bavetta.

E’ a quel punto che da dietro le sue spalle si sposta rendendosi visibile una donna giovane. Molto. Sui venticinque anni. Io provo a rimanere a bocca chiusa.

Ma qualcosa dovevo pur dire. “Salve, sono un amico di Maurizio, un vecchio amico.” L’aggettivo però stona, sembra un ammiccamento alla loro differenza di età.

“Dai tempi delle scuole” aggiungo impacciato.

“Lo sa, sa tutto di te” mi interrompe Maurizio.

“Sono così famoso?” provo la carta simpatia.

“Anche se Maurizio non lo fa, mi presento” sento la sua voce per la prima volta e mi sembra familiare. “Claudia, piacere” mi allunga un braccio giovane, in cima una mano senza pieghe, coerente al braccio, al viso e alle gambe visibili dal ginocchio in giù: Claudia era tutta giovane.

Siamo stati a parlare una decina di minuti. Mi sembravano affiatatissimi.

Ora viene il bello. Ieri, passeggiando per Via del Corso a Roma, vedo a poche decine di metri, non veduto, Claudia abbracciata a un ragazzo. Sicuramente non a Maurizio per quanti trapianti di capelli, lifting e altre diavolerie avesse potuto fare nel frattempo.

Ecco la domanda che ti faccio “Lo dico o no al mio amico?”

Che dici? “Amicizia è onestà?” Bella.

“Sei amico suo, non della ragazza” Hai ragione. E’ proprio questo che mi trattiene. Non vorrei ferirlo, ma se non gli parlo non mi sentirei più amico. Un bel ginepraio.

“Fai finta di niente.” Dici? Quasi quasi…

“Quindi? Che mi consigli di fare?”

Ecco, come accade solo nella vita reale, l’inverosimile. Giro la mia faccia e trovo a pochi centimetri quella di Maurizio, non un Maurizio qualsiasi: quello lì.

Una pacca sulle spalle, una battuta. “Ti offro un caffè” entriamo al bar. Lo guardo.

“L’hai vista” mi dice. Non posso traccheggiare. “Si”

E comincia a piangere. Il grande Maurizio, quello sempre primo in tutto, sa anche piangere. E’ primo anche in questo, accidenti. Mi viene voglia di seguirlo, magari dopo.

“Dovevo dirtelo, Claudia abita con me da mesi” mi dice.

“Mi sembra una bella notizia. Perché piangi?” lo porto allo scoperto.

“Perché non ti ho detto tutto” continua Maurizio asciugandosi gli occhi con una salvietta. “Abbiamo trentacinque anni di differenza”

“Non si notano” Si, l’ho detta. E’ uscita come una stecca quando canti.

“Grazie, sei un amico” mi risponde, ed è una ferita “ma non è la mia ragazza.”

Mi guarda fisso negli occhi “E’ mia figlia!” il tempo sospende il suo scandire. Si fermano i secondi. Il mondo rimane indietro.

“Maria non l’ha mai saputo.”

“Tua figlia?” ripeto.

“L’unica che ho” annuisce muovendo il capo.



Traccia: Maurizio mi parla della sua nuova fidanzata con molto entusiasmo. Un giorno mi capita di vederla a Via del Corso mano nella mano con un ragazzo. Maurizio è il mio migliore amico. Come mi comporterò? Glielo dirò o mi farò i fatti miei?


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