30/01/25

AMINA (LA RIVOLUZIONE)


Racconto ispirato al ritorno a casa degli abitanti di Gaza del gennaio 2025, intervallato al testo del brano dei RATTI DELLA SABINA: “LA RIVOLUZIONE”

 

Bambini, tutti pronti, prendete posizione

Si parte per andare a fare la rivoluzione

E state tranquilli, nessuno si farà male

Perché questa rivoluzione sarà un po' particolare

 

Amina è in macchina coi genitori, i fratellini e i nonni. Cinque adulti e tre bambini stretti tra loro a non perdersi. C’è una fila inimmaginabile di auto, quasi ferme: non si passa tra migliaia di persone a piedi.

Amina, la grande di casa, otto anni. Gli ultimi due passati in giro, spesso a dormire sotto tende improvvisate. Lontana dall’amata scuola.

“Dove sono i miei compagni di classe, Hassan, Khalid, Layla, Fatima?” avevi chiesto alla mamma quando ti disse che la scuola era chiusa, che era diventata un posto pericoloso.

Ma ti mancavano anche Yossef e Rahel, “Mamma possiamo andare a trovarli? Stiamo facendo un disegno insieme!”

La casa di Rahel e Yossef era a pochi chilometri dal confine, un paio di volte al mese la mamma andava là a lavorare e ti portava con se. Ti piaceva quel posto, il giardino era curato e le persone ti sorridevano. Gli stessi sorrisi familiari che trovavi in casa tua, dai tuoi nonni, dagli zii.

 

 “Uniamo tutte quante le bandiere

Di ogni colore cucendole insieme

Per farle diventare una bandiera soltanto

Più grande e che abbia Il mondo intero dentro”

 

Tutto intorno all’automobile ci sono bambini e adulti a piedi. Tirano carretti pieni di sacchi e valige impolverate. “Papà dove vanno?” avresti chiesto tempo fa. Non ora però, perché i tuoi genitori hanno smesso di risponderti da quando i loro occhi si sono infossati e cerchiati e i loro visi hanno dimenticato il sorriso.

Non fai più domande: “E perché dovrei? Non mi guardano quasi e quando non si accorgono di me, piangono.”

 

“E sarà l'occasione per insegnare ai grandi

Che si può far rivoluzione senza le armi

Perché non esiste nessun cambiamento vero

Se la rivoluzione non avviene prima nel pensiero”

 

Dal tuo zainetto prendi la scatola di matite colorate, alcune sono diventate cortissime. Hai imparato a usare tutti colori: “Non mi piace il marrone, il viola, il grigio…si è mai visto un disegno grigio su foglio bianco?” chiedevi alla nonna sul tavolo della cucina. E lei rispondeva che avevi ragione, grigio e bianco si confondevano. “Però il viola è un bel colore acceso” sosteneva “e il marrone è il colore della terra.” Senti i profumi del cibo che intanto cucinava per te e tutta la famiglia. Interrompi subito il ricordo: sai che può fare male. Ma ti senti fortunata. La hai accanto a te.

Prendi un foglio che hai ricopiato e migliorato più volte. E’ il disegno che stavi facendo con i tuoi amici quando iniziò la guerra.

 

“E allora le mine delle frontiere

Prendiamole tutte e leghiamole insieme

Per farle diventare un grande cerchio soltanto

E intorno ci faremo un girotondo su una musica che fa”

 

Quante domande può farsi un bimbo, solo un bimbo lo sa. La strada, l’ultima volta che hai guardato fuori dai finestrini, era incorniciata da abitazioni di due, tre piani. Ora, in mezzo a migliaia di visi e corpi e piedi non vedi altro che macerie, chilometri di rovine. Forse il blu del cielo si è spostato sotto quei piedi, il marrone della terra si è mischiato al grigio del cemento sbriciolato. La polvere ha coperto tutto. Come in un film in bianco e nero i colori si possono solo immaginare, se si riesce.

Fissi i tuoi occhi sul foglio: un cerchio colorato pieno di luce d’estate, bandiere unite e bimbi che si tengono per mano girando in tondo intorno al mondo. Sono i tuoi amici. Senti le loro voci, rispondi ai loro saluti, li abbracci. Sei seduta al tuo banco, la maestra parla di storia, l’aria fuori è fresca e in alto fischiano le rondini.

 

“Evviva i colori, viva i colori!

Gridatelo al cielo tirandolo fuori

Tutta la voce che avete dentro

E regalatela al soffio del vento

Viva i colori, viva i colori!

Dipinti sui petali dei fiori

Evviva la gioia, viva la vita

Viva i profumi di ogni stagione

Evviva il cuore di chi si avvicina

A fare questa rivoluzione”

 

“Ieri ti ho sentito, mamma.” pensi. “Parlavi piano con papà di ritornare a casa. Forse tutta la gente per strada ha lo stesso sogno: tornare a casa!”

In automobile l’unico suono viene dai fratellini. E chi li tiene quelli! Sono in macchina da ore, non ce la fanno più a stare chiusi. Il motore è spento per risparmiare benzina, tanto siamo fermi. Ci avete ripetuto di non scendere, di non aprire la portiera. Ma ora siete voi a scendere. Prendiamo al volo l’occasione e sgattaioliamo fuori. Sembra che tutti i vestiti che ci passano accanto abbiano lo stesso colore, anche la pelle e le facce degli adulti sono pallide e monocromatiche.

Il nonno ha in tasca dei palloncini rossi, blu e verdi. Li gonfia. Sono lucidi, la luce rimbalza su di loro sorpresa di trovare ancora vivacità e calore in mezzo a tanta devastazione. Al mio compleanno fece la stessa cosa con tanti palloncini legati assieme. Ne prendiamo uno per uno. Forse vuole festeggiare il ritorno.

 

Casa? Dov’era? Dov’è? Faccio fatica a vedere anche la strada, piena di buchi. Non riconosco niente della città che vivevo. Papà e mamma stano scalando una montagna di detriti, li spostano da una parte all’altra. Guardo verso l’automobile, sembra sfiorare terra, ha una gomma sgonfia, sul tetto un mucchio di bustoni e valige: ciò che abbiamo potuto portare con noi quando siamo scappati via.

 

“Però mi raccomando che ci vuole convinzione

E gli strumenti giusti per fare rivoluzione

Io quelli che consiglio, per l'esperienza mia

Sono matite colorate e tanta fantasia!”

 

 

Lo zainetto è sulle mie spalle con il suo tesoro di colori, vorrei tornare a disegnare ma non c’è un centimetro quadrato libero. Tengo in braccio il fratellino piccolo, l’altro tiene la mano della nonna.

 

Spero di rivedere i miei amici, di tornare a scuola con le mie amiche, di rivedere il giardino di Rahel.

Spero di vivere a casa con la mia famiglia.

Spero che sorridano ancora.

 

Spero di diventare grande.

 

“Allora forza, gambe in spalla che si parte davvero

A fare la rivoluzione dei colori e del pensiero

Alla faccia di chi spreca soltanto parole

E non si accorge che ci manomettono il sole

E uno, due e tre, si metta in fila chi è con me!

E uno, due e tre, si parte tutti quanti, alé!

Marciamo con fierezza come fanno i grandi atleti

Dobbiamo far tremare la terra sotto i piedi

E poi ci inventeremo un altro girotondo

Che unisca le mani dei bambini del mondo

E non gli date retta a chi le vuole divise

E a chi con le divise ci fa le rivoluzioni”

 

Sono Myriam, la mamma di Amina. Stamattina siamo partiti, sono mesi e mesi che prego di poter tornare a casa. Oggi ci hanno lasciato passare.

Mio marito e io abbiamo caricato quel poco rimasto in macchina e siamo partiti. Ogni metro avanti è stato un po’ di speranza in meno. Finché siamo arrivati dov’era casa. Non abbiamo trovato niente, né strade né negozi né palazzi: solo macerie. La nostra pelle è secca, dai nostri occhi non escono più lacrime. I miei genitori vivono per i nipoti. Noi non sappiamo come crescere i nostri figli.

Amina disegna, colora, immagina. Prego perché il suo mondo, la sua rivoluzione, possano vincere.

 

“Evviva i colori, viva i colori!

Gridatelo al cielo tirandolo fuori

Tutta la voce che avete dentro

E regalatela al soffio del vento

Viva i colori, viva i colori!

Dipinti sui petali dei fiori

Evviva la gioia, viva la vita

Viva i profumi di ogni stagione

Viva chi vuole rivoluzionare

Il concetto stesso di rivoluzione”

 

 

 

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