“Riconoscimento facciale?”
“Esatto, è quello che sto
provando a spiegarti” l’espressione di Lucìdia virava verso il corrucciato.
“Ma di cosa stai
parlando, io non capisco, non riesco a mettere a posto i pezzi dei tuoi
discorsi” Lucrezia stava spazientendosi. Si sentiva inadeguata e un po’
stupida. Non riusciva a seguire la sua amica. E non era la prima volta.
“Ricomincio. Ieri stavo
inserendo vostre foto sul mio pc. L’applicazione -Chi sei o sette- era ancora
aperta per una ricerca internazionale che sto conducendo. Appena inserite le
foto, mi è arrivato un report con il tuo nome e il nome spagnolo di una persona
ricercata in Argentina per omicidio.”
“Omicidio? Argentina? Un uomo spagnolo?” ripeteva Lucrezia attonita.
“Si. Il tuo Angelo Bianco
si chiama Angel Delasuerte e pare abbia ucciso le sue mogli. Tre. E’
soprannominato Faccia d’angelo per il suo viso giovane e delicato ma è un
pluriomicida.”
Erano passate due
giornate piene di pensamenti e ripensamenti dalla rivelazione drammatica.
Lucrezia e Lucìdia erano rimaste chiuse in casa come ai tempi della scuola. La
prima a sedare il dolore, la seconda a progettare il futuro. Prima di tutto
annullare il matrimonio. Le partecipazioni erano già arrivate a destinazione.
La stamperia accolse con sorpresa l’ordine immediato di contro partecipazioni.
Contemporaneamente bisognava invitare a casa Angelo con la scusa di una cenetta
romantica.
“Non vedo l’ora di
sposarti, amore mio!” esordì il sedicente innamorato ancora sulla porta.
“Anche io.” Rispose
Lucrezia fintamente tranquilla. Il fuoco le stava bruciando l’anima e nella
voce si percepiva un leggero tremolio.
Lucìdia era arrivata insieme
a lui. Entrarono in casa. Il lavoro di poliziotta le era di aiuto. Non solo per
le verità nascoste ma anche per le mosse repentine necessarie a neutralizzare i
malviventi. Angelo si trovò ammanettato e bloccato alla sedia in pochi attimi.
“Ma perché? Che succede?
Lucrezia!!”
Lucìdia gli mostrò i
giornali argentini, gli articoli in cui si parlava di lui, la rocambolesca
evasione dal penitenziario principale, la sua sparizione.
Angelo cambiò velocemente
colore e tono della voce “Brutte cagne, avete firmato la vostra condanna a
morte!” ringhiava.
“Almeno c’è un motivo per
cui uccidi le tue mogli?” Lucrezia sperava di capire come potesse l’uomo dolce
e bello che stava per sposare, essere persona talmente diversa. Come aveva
potuto lei cadere fino a quel punto nell’inganno? Era talmente incapace di riconoscere
un mostro?
Lucìdia le chiese come si
sentisse. Soffriva a vedere la sua amica in quello stato, in più la stava pensando
già vittima dell’omicida.
Prese un cordino di nylon
e lo strinse intorno al collo dell’uomo. Un po’ di più e ancora. Angel
Delasuerte si dimenava, rantolava, cercava aria. Caddero a terra insieme mentre
Lucrezia urlava chiedendole di fermarsi.
Così fece poco prima
dello strangolamento.
“Non voglio ucciderlo. Ma
fargli provare la sensazione di essere ucciso, la paura di morire”, disse
affannata all’amica. “E non solo per un attimo. Ma che la ricordi per tutta la
vita.”
Traccia: Lucrezia ha un fidanzato carino accettato da tutti ed è felice perché fra qualche mese ci sarà il matrimonio. Eppure una sua amica la mette in guardia di…
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